
Alla
Un figlio Eroe
La storia di Alla e Bohdan
Bohdan: un eroe ucraino
Alla, una donna forte e coraggiosa di Rivne, ha vissuto il dolore più grande che una madre possa affrontare: la perdita di suo figlio Bohdan, caduto in battaglia per difendere l’Ucraina. La storia di Bohdan è quella di un giovane uomo straordinario, cresciuto in una famiglia semplice ma determinata, con valori profondi e un incrollabile amore per la sua patria.
Alla e suo marito, un camionista di professione, hanno costruito la loro famiglia durante uno dei periodi più difficili della storia ucraina, gli anni successivi al crollo dell’Unione Sovietica. Nonostante la povertà e le difficoltà economiche, fecero di tutto per garantire un futuro ai loro figli. Bohdan, nato in quegli anni di crisi, crebbe con una forte consapevolezza delle sfide della vita, ma anche con la certezza dell’amore e del sostegno dei suoi genitori.
Un giovane pieno di vita e valori profondi
Fin da piccolo, Bohdan mostrò un carattere determinato e un animo generoso. Amava lo sport, in particolare il calcio, che divenne una delle sue grandi passioni. Ore e ore passate sul campo, in allenamenti intensi e partite con gli amici, forgiarono non solo il suo fisico, ma anche il suo spirito. Era un ragazzo solare, sempre pronto a supportare chi aveva bisogno, ma anche disciplinato e determinato a raggiungere i suoi obiettivi.
Queste qualità lo resero un giovane adulto maturo e responsabile. Durante gli anni della Rivoluzione della Dignità, Bohdan mostrò il suo animo patriottico. Assieme alla sua famiglia, partecipò attivamente al movimento che avrebbe cambiato il destino dell’Ucraina. Quei mesi segnati dalla lotta e dal sacrificio degli ucraini lo trasformarono profondamente. Alla racconta come, dopo aver assistito ai funerali degli eroi caduti sul Maidan, negli occhi di suo figlio brillasse una nuova determinazione: quella di cambiare l’Ucraina per il meglio.
Una vita piena di impegno e sacrificio
Bohdan scelse di servire il suo Paese entrando nella polizia riformata, dove lavorò come agente di pattuglia per due anni. In seguito, con il sopraggiungere della pandemia, decise di intraprendere una nuova strada, avviando un’attività di trasporto internazionale. Bohdan era un ragazzo intraprendente, sempre alla ricerca di modi per essere utile agli altri e contribuire al benessere della sua famiglia.
Tuttavia, il 24 febbraio 2022, tutto cambiò. La guerra su vasta scala travolse la vita di milioni di ucraini, compresa quella di Bohdan. Si trovava in Polonia per lavoro quando ricevette la notizia dell’invasione russa. Non esitò un momento: contattò subito sua madre, scrivendole un messaggio deciso: “Mamma, torno subito. È iniziata la guerra”. Nonostante lei lo pregasse di aspettare, Bohdan era irremovibile. “Porterò via le persone e tornerò il prima possibile”, le disse.
In prima linea, accanto al padre
L’8 marzo, Bohdan prese una decisione che lo avrebbe portato in prima linea. Si unì a suo padre, già arruolato come volontario, per combattere nella regione di Kherson, una delle più pericolose e strategiche del conflitto. Alla ricorda ancora il momento dell’addio: il giovane, con la sua tipica calma, abbracciò sua madre e la rassicurò: “Mamma, non piangere! Dobbiamo fermare il nemico. Hai visto cosa hanno fatto a Bucha. Non posso restare qui a guardare”.
A Kherson, Bohdan e suo padre si unirono alla prima brigata separata intitolata a Ivan Bohun, specializzata in ricognizioni. Il loro compito era pericoloso: muoversi in territorio nemico, individuare e distruggere equipaggiamenti russi. Nonostante il pericolo, Bohdan si dimostrò coraggioso e abile. I suoi commilitoni lo ricordano come un leader naturale, un giovane capace di prendere decisioni rapide e di motivare chi gli stava intorno, anche nei momenti più critici.
La battaglia di Svobodne
Il 13 marzo 2022, Bohdan si trovava nelle sterminate steppe della regione di Kherson, vicino al villaggio di Svobodne. Quel giorno, una massiccia colonna di mezzi militari russi stava avanzando dalla Crimea. Bohdan e il suo gruppo avevano il compito di fermarla a tutti i costi.
La battaglia fu feroce. Mentre il nemico avanzava con forza, Bohdan si trovò in una posizione decisiva. Rendendosi conto del pericolo imminente, coordinò i suoi commilitoni per concentrare il fuoco sui veicoli più vulnerabili, riuscendo a distruggere diversi mezzi pesanti. Ma proprio quando la situazione sembrava volgere a favore degli ucraini, il gruppo fu accerchiato.
In quel momento cruciale, Bohdan prese una decisione che gli costò la vita ma salvò i suoi compagni. Con la sua mitragliatrice, coprì la ritirata del resto del gruppo, attirando su di sé il fuoco nemico. Il suo sacrificio permise agli altri soldati di riposizionarsi e respingere l’attacco. Bohdan cadde da solo, ma il suo coraggio cambiò le sorti dello scontro.
Un dolore insopportabile
Per tre settimane, il corpo di Bohdan rimase sul campo di battaglia, mentre la sua famiglia viveva nell’angoscia. Solo il 27 marzo, i suoi compagni riuscirono a riportare a casa i suoi resti. Alla, devastata dal dolore, trovò però conforto nell’immenso rispetto che il suo figlio aveva guadagnato.
Il 1° aprile, più di mille persone si radunarono nel villaggio di Berezne per salutare Bohdan. Alla, pur sopraffatta dal dolore, parla di lui con orgoglio. “Mio figlio era un uomo straordinario, pieno di vita, di valori e di coraggio. Ha vissuto poco, ma ha lasciato un segno indelebile in tutti noi”.
Un sacrificio che vive nella memoria
Oggi, Bohdan è ricordato come un eroe dai suoi compagni e da tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. La sua storia è un esempio di dedizione e amore per la patria, una testimonianza di ciò che significa combattere per la libertà e la giustizia.
Alla spera che il sacrificio di Bohdan e degli altri giovani eroi ucraini non sia stato vano. “La storia del nostro Paese è scritta con il sangue dei nostri figli. Ma il loro sacrificio non sarà dimenticato, e un giorno l’Ucraina sarà libera e in pace, proprio come Bohdan avrebbe voluto”.






Un giornale locale ricorda Bohdan nel primo anniversario della sua scomparsa.

