
Polina
Una notte di terrore
Il racconto di Polina
"Kiev sotto attacco: il giorno in cui un razzo ha colpito la mia casa"
Il 15 marzo 2022, una data che resterà nella memoria di molti, segnò la vita molte famiglie di Kiev. Un razzo russo colpì l’ingresso principale di un grattacielo, distruggendo in un istante anni di ricordi e tranquillità. La Signora Polina, che viveva lì dal 1975 con la sua famiglia, ci ha raccontato la tragedia di quel giorno.
La tragedia si consumò nelle prime ore del mattino, quando ancora molte persone stavano dormendo. Il suo appartamento si trova al primo piano, e aveva un balcone pieno di fiori. Quella mattina, però, tutto cambiò in un istante. Il razzo colpì l’ingresso, l’esplosione interessò un tubo del gas provocando un incendio che si propagò rapidamente. Le luci si spensero, lasciando la strada completamente al buio. La gente cominciò a urlare e il panico si diffuse rapidamente tra i residenti. Le persone che abitavano ai piani superiori non riuscivano a scendere, mentre regnava il caos.
Le finestre degli appartamenti erano in frantumi e l’esplosione provocò danni devastanti. I servizi di emergenza arrivarono rapidamente sul posto, iniziando a spegnere l’incendio e a fermare la fuga di gas. Le operazioni per mettere in sicurezza l'edificio erano difficili, soprattutto perché l'uscita di emergenza non funzionava e un enorme cratere si era formato davanti al palazzo.
Nel frattempo, tra scene di paura e confusione, le persone cercavano rifugio e aiuto. "venne soccorsa con molta difficoltà una donna disabile," racconta la donna. Purtroppo, l’attacco missilistico provocò la morte di cinque persone, lasciando tutta la comunità in lutto.
La donna e suo marito trovarono rifugio nel seminterrato di un edificio vicino.
L’edificio vide la distruzione totale dei piani inferiori. "Tutti gli appartamenti che affacciavano sull’ingresso principale furono distrutti, mentre la seconda metà dell’edificio subì danni minori," racconta. Molti dei vicini, che avevano già lasciato Kiev per mettersi in salvo, avevano lasciato le chiavi delle loro case, permettendo così ad alcuni di rifugiarsi nei loro appartamenti.
Il giorno dopo l’esplosione, la donna riuscì ad accedere al suo appartamento, ma la scena che si presentò davanti ai suoi occhi fu devastante. "Era tutto distrutto. C'era solo un mucchio di cenere, tutto era bruciato," racconta con una punta di sconforto. Quella casa, che era stata appena ristrutturata, a dicembre del 2021, era ormai ridotta in macerie.
Tuttavia, nei mesi successivi, le autorità cittadine iniziarono a restaurare gli edifici danneggiati. L’appartamento della sua famiglia fu uno dei primi a essere ristrutturato. "Hanno fatto lavori di alta qualità, sostituendo tutto con nuove attrezzature, e i residenti hanno, anche, ricevuto un contributo economico" afferma con un po’ di sollievo, riconoscendo la fortuna di essere stati tra i primi a ricevere l'aiuto delle autorità.
La donna, pur consapevole della sua "fortuna" nell'aver ricevuto assistenza, non può fare a meno di pensare alla tragedia che ha colpito Kiev e altre città ucraine. "Non c’era la possibilità di aiutare tutti, e la guerra continua, con i razzi, i droni e le bombe che distruggono case, ospedali, scuole, asili e uccidono civili," conclude con un tono rassegnato ma determinato.
La sua testimonianza è solo una delle tante che raccontano le terribili conseguenze della guerra, una guerra che non risparmia nessuno e che continua a spezzare vite in Ucraina.





Il palazzo restaurato